Pubblichiamo l’intervista realizzata al Presidente di ODCEC Parma Francesco Castria in occasione della ottava edizione di TOP 500, l’evento che analizza la fotografia annuale delle imprese del territorio, divenuto ormai un appuntamento fisso per il tessuto imprenditoriale e professionale del Parmense grazie al lavoro congiunto di Università di Parma, Pwc e Odcec

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1.In un anno segnato da tante difficoltà incrociate (materie prime, inflazione, guerra, post – Covid) come descrive le dinamiche del sistema economico parmense dal vostro punto di vista?

Negli ultimi mesi, stiamo riscontrando una preoccupazione crescente da parte di imprenditori e commercianti. L’insieme degli accadimenti citati, congiuntamente ad un incremento dei costi dell’energia ed all’aumento dei tassi di interesse, cui corrisponde di contro una minor propensione al consumo dei cittadini, stanno riducendo la fiducia nel futuro.

Il sentiment prevalente, tra i nostri assistiti, è quello di una incertezza permanente, in particolare, rispetto a quanto potrà accadere nel 2023, se questa situazione di impasse non trovasse soluzione. Ad aggravare questa condizione, concorre la circostanza che, negli ultimi vent’anni circa, inflazione ed aumento dei tassi di interesse non siano mai state delle variabili cui dedicare particolare attenzione, stante la loro sostanziale staticità; situazione che si è capovolta in pochissimi mesi, generando, ulteriore apprensione.

2. Le analisi sull’economia in Emilia Romagna evidenziano crescita nel 1° semestre e cautela delle imprese sul semestre in corso e sul 2023. Come commercialisti, quali sono le vostre aspettative sul futuro prossimo dell’economia di Parma e della sua provincia? (ottimismo, pessimismo, cautela…).

 Oserei dire che, al momento, manteniamo un atteggiamento di prudente attesa. Mai come in questo frangente, la congiuntura economica, infatti, pare essere determinata da fattori esogeni, più che da vicende endogene al tessuto economico locale.

Vi è la consapevolezza da parte di tutti i protagonisti, imprese e professionisti, che le soluzioni debbano essere trovate ai livelli superiori. È necessario che, in un tempo ragionevole, i principali attori mondiali, Stati Uniti, Cina, Unione Europea ed ONU riescano, quantomeno, a stabilizzare il conflitto Russo – Ucraino, favorendo una de escalation, necessaria per raffreddare non solo lo scontro in essere tra i due Paesi, ma anche le evidenti speculazioni operate, in diversi settori, all’ombra di tale situazione di incertezza.

3.Pressione fiscale e cuneo fiscale: le categorie economiche chiedono interventi al nuovo governo. Secondo voi quali sono le decisioni più urgenti da prendere in materia?

Innanzitutto, come ha avuto modo di dichiarare il nostro Presidente Nazionale, Elbano De Nuccio, deve cambiare l’approccio del Governo verso il fisco che non deve più essere inteso come uno strumento di copertura del debito pubblico, ma come una leva di vantaggio competitivo per cittadini e soprattutto imprese, le quali si trovano ad operare in un sistema economico sempre più complesso.

È urgente, poi, che il legislatore ponga in essere una riforma organica dell’intera architettura fiscale, che abbia quali obiettivi principali la semplificazione e la chiarezza. Non si può continuare a procedere con interventi estemporanei ed una tantum, che hanno l’unico effetto di aumentare l’enorme mole di norme, circolari ed adempimenti, spesso di difficile interpretazione ed esecuzione. In tale contesto, appare opportuna una rivisitazione dell’Irpef che, prendendo atto del continuo calo demografico, dia priorità ai giovani ed ai nuclei familiari più numerosi; di pari passo, è indispensabile un taglio del cuneo fiscale che consenta ai lavoratori di recuperare stabilmente potere di acquisto, senza incidere sulle imprese già in difficoltà.

4.Il Superbonus è nell’occhio del ciclone fra “ritocchi”, acquisti dei crediti d’imposta bloccati e sbloccati a più riprese. Cosa ne pensate?

La vicenda del Superbonus sta assumendo ormai forme kafkiane, ma è al contempo emblematica dell’incertezza e della complessità che regnano in ambito fiscale, in cui riscritture ed interpretazioni continuamente differenti avvengono a provvedimenti in piena attuazione.

L’idea di fondo era anche corretta, stante la rilevanza del bene casa nel patrimonio degli italiani; più che discutibile, invece, la redazione del provvedimento.

Sarebbe stato sufficiente prevedere una percentuale di detrazione del 75% ed una durata decennale, per evitare abusi, improbabili corse contro il tempo ed esplosione dei prezzi dei materiali.

Molta preoccupazione desta poi il blocco nell’acquisto dei crediti da parte degli Istituti Bancari, la rigidità extra norma di alcune piattaforme alle quali gli stessi si sono affidati, che stanno letteralmente bloccando numerosi cantieri già avviati o prossimi all’avvio, con rischi evidenti per le imprese, in difficoltà nel condurre a termine i lavori per mancanza di liquidità da un lato (benché cariche di crediti) e committenti pronti a contestare ritardi dall’altro.

Urge un rapido intervento che per un verso metta gli Istituti di Credito nella condizione di riprendere gli acquisti e per un altro estenda la detraibilità in un arco temporale almeno decennale, affinché gli stessi committenti privati possano da un lato autofinanziare gli interventi, dall’altro portare in detrazione i crediti d’imposta compatibilmente con i propri redditi.

5.Odcec Parma ha rinnovato i vertici di recente. Quali sono le principali iniziative dell’Ordine e quali i principali obiettivi?

In questi primi mesi, come nelle società che assistiamo, abbiamo dovuto fare i conti con gli aumenti dei costi dei servizi, delle utenze e degli approvvigionamenti; pertanto, abbiamo iniziato un’azione di revisione della spesa. Nel mentre, abbiamo riavviato l’attività formativa, rallentata dall’emergenza sanitaria, realizzato un nuovo sito internet, organizzato diversi appuntamenti di approfondimento e momenti aggregativi per favorire lo spirito di gruppo per i nostri iscritti.

Per il futuro ci proponiamo di accrescere la proposta formativa, ponendo l’attenzione su tematiche ancora poco diffuse come i principi ESG e la Data Analisys e di continuare ad organizzare appuntamenti che consolidino lo spirito di categoria; oltreché di intensificare i rapporti con i principali attori istituzionali ed economici del territorio, per confermare la nostra disponibilità a collaborare ed a condividere idee e progetti a favore delle imprese e della comunità parmense.

6.Qual è il problema più urgente da affrontare, a Parma?

 Parma è una realtà economica e sociale molto complessa, non è, quindi, sicuramente facile individuare un singolo problema, tuttavia, mi permetto di segnalare due questioni che meritano attenzione: la prima riguarda la necessità di favorire un adeguato passaggio generazionale nel mondo dell’imprenditoria; la seconda è mantenere la centralità della nostra provincia, nel panorama nazionale, e l’interconnessione con gli altri territori: infrastrutture e trasporti sono, quindi, fondamentali per la competitività di Parma, non possiamo permetterci di perdere delle occasioni, di cui in futuro potremmo pentirci.